Con il termine portablocchi si fa riferimento a una serie di accessori per il lavoro e lo studio che servono a conservare, o a rendere subito disponibili all’uso, fogli bianchi, foglietti adesivi, le pagine della vostra agenda e così via… Vediamo insieme quale di queste tipologie è quella che fa al caso vostro!
I portablocchi: quei compagni silenziosi
Come si diceva, per portablocchi si intendono varie grandi categorie di supporti per il lavoro o per lo studio:
- i portablocchi a cartellina;
- i portablocchi da scrivania propriamente detti;
- i portablocchi piccoli destinati ai famosi foglietti adesivi;
- i portablocchi a singola facciata A4, che possono essere agevolmente gestiti con una mano sola.
I portablocchi a cartellina, infatti, che ormai si trovano sul mercato da vari decenni, sono nati proprio con l’obiettivo di tenere sempre con sé un piccolo ufficio portatile: una volta aperti, infatti, essi presentano un blocco di fogli (spesso già fornito nella confezione) sulla parte destra – dal momento che la maggior parte della popolazione associa d’istinto la scrittura con la mano destra – bloccato da una clip metallica, chiamata anche morsetto ; sulla parte sinistra, invece, essi presentano una serie di vani e piccole tasche a fessura il cui numero e la cui funzione variano a seconda dei produttori e dei modelli.
Di solito ciò che in un portablocchi a cartellina non può mancare é:
- una o più penne, oppure penne e matite, custodite in appositi elastici o in tasche sagomate;
- vani a fessura per piccoli fogli o biglietti;
- generalmente è inclusa anche una calcolatrice a energia solare.
Sta di fatto che negli ultimi anni il nostro modo di “fare ufficio”, ma anche di studiare oppure di prendere appunti per un articolo di giornale o per una relazione, è profondamente cambiato. Per questo i modelli di portablocchi che si mantengono sulla fascia medio-alta di prezzo si sono dotati anche di:
- vani a fessura destinati agli smartphone;
- vani più grandi ideali per i tablet;
- elastici per custodire penne USB e relativi cavi.
I portablocchi da scrivania: comodità e discrezione
Il portablocchi da scrivania si distingue da quello a cartellina per la sua funzione fondamentale, che è quella di custodire fogli slegati e piccoli strumenti di lavoro “chiudendoli” con un lembo superiore. Essi offrono appunto questo duplice vantaggio: permettono di tenere sempre al sicuro i propri appunti da occhi indiscreti e soprattutto permettono, semplicemente chiudendo questa aletta, di lasciare la propria postazione di lavoro sempre in ordine.
Molti di noi, tuttavia, per portablocchi intendono anche quelle “scatole”, in plastica, in rete metallica o in pelle, che servono a dispensare i foglietti adesivi o i blocchetti per appunti di forma quadrangolare, che altrimenti sparirebbero in mezzo alle altre carte sulla scrivania o si disperderebbero nei vari cassetti, con la conseguenza di rovinare le parti incollate e quindi compromettendone la funzione principale.
Anche questi portablocchi contribuiscono notevolmente a mantenere l’ordine nella nostra postazione di lavoro o di studio, fornendo anche una sistemazione geometrica particolarmente gradevole per l’occhio.
Infine, per “portablocchi” si intendono anche quei supporti per fogli che sono costituiti da una semplice “pagina” in materiale rigido, dotata di una clip robusta, e che sono utilissimi in ambiti diversi, dal mondo dello spettacolo, nel frenetico lavoro dietro le quinte, fino al lavoro nei cantieri o nei magazzini. Qui essi aiutano i lavoratori a tenere sempre sott’occhio una serie di dati e consentono loro di prendere rapide note fornendo il supporto scrittorio in modo rapido e maneggevole.
I materiali
A proposito delle diverse tipologie e dei diversi usi, i portablocchi attualmente sul mercato sono disponibili in diversi materiali e colori:
- i portablocchi a cartellina o quelli fissi da scrivania hanno una composizione abbastanza standard e un design serio e professionale: molto spesso sono realizzati in pelle o in materiali che la riproducono alla perfezione;
- il portablocchi a facciata singola deve venire incontro a particolari esigenze di robustezza, dunque sono spesso realizzati in plastica antiurto o addirittura in legno: il consiglio è quello di verificare, passandovi sopra una mano, che la superficie sia liscia e unifome, in modo che garantisca la scrittura a mano senza intoppi e fornendo sempre una gradevole sensazione nell’appoggio;
- si può dire che invece il campo in cui il design ha trovato modo di intrufolarsi sia proprio quello di piccoli portablocchetti. Se ne trovano di coloratissimi, dalle forme fantasiose, con altezze dei bordi diverse: quelli in plastica sono i più economici, possono essere colorati, trasparenti e predisposti in composizioni da scrivania insieme ad altri accessori; quest’ultimo aspetto vale anche per quelli in pelle, che si presentano più morbidi e delicati ma ad un costo superiore.